Il suono metallico della porta di ferro, sbatte alle mie spalle.
La tua voce sovrasta in lontananza tutti i suoni
"Puttana! La pagherai per questo"
Guardo le mie braccia, segni che negli anni hanno lasciato cicatrici. Sulla pelle. Sull'anima.
Un sole luminoso mi abbraccia avvolgendomi di calore
Ti sento ancora urlare il mio nome. O forse sono solo io che ti ascolto in lontananza
Tutti i colori ora sembrano più vivi
L'erba che i miei piedi stanno calpestando
Gli alberi che incrocio nel mio cammino
Un cielo così azzurro che toglie il fiato
Era ieri quando eravamo seduti su un prato.
Era ieri quando mi son sentita la donna più fortunata del mondo.
Quando la tua pelle s'incastrava alla mia.
Eri carnalità violenta, di quella dove ogni morso è una carezza
Ovunque fossimo insieme, veniva riempito dalle nostre emozioni
Sentirti ogni volta dentro di me, era sentire il cranio esplodere in mille pezzi
Ci siamo amati
Ci siamo mangiati
Ci siamo sbranati
Ci siamo presi e lasciati mille volte.
Ti sei perso
Mi sono persa
Nello stesso momento che il mio sangue non scorreva più insieme al tuo come una linfa, ma era solo l'ebrezza che sballava la tua mente
Nello stesso momento che la mia carne non era più in fusione con la tua, ma era solo pezzi di muscoli da battere per ogni scintillio mentale
Nello stesso momento che il mio cuore non era più unito al tuo, ma era solo una massa sanguinolenta da mordere per il gusto del sangue ferroso nel palato
Ho smesso di farmi straziare.
Quando la tua mente ha iniziato a percorrere strade maledette e vischiose come petrolio
Quando la notte non era più un rifugio di anime e corpi, ma solo il lato oscuro della luna dove coprire le tue schizzofrenie
Ho smesso di sentire
Quando le tue parole erano solo fiumi acidi che scorrevano dalla tua bocca
Quando le tue labbra hanno iniziato ad azzannare e non leccavano più le mie
Quando ormai le tue parole erano solo pezzi di inutili frasi atte a far male per il gusto dannato di voler essere migliore
Quando una lama è entrata nella mia carne, più profondamente delle altre volte
Quando i tuoi occhi brillavano accecati da goccie di sangue
Quando argento luccicante ha stretto i tuoi polsi...solo allora l'aria m'ha perforato i polmoni
Tanto da farmi sputare il veleno che avevo dentro
Tanto da farmi sanguinare tanto odio da quanto fossi pregna
Tanto da farmi rivedere la vita di ogni colore che mi circonda
La tua voce è sempre più lontana.
Quasi un sibilo
Lontana sopratutto dalla mia mente
Lontana finalmente da te
non potrebbe essere molto più lontano dal cuore
dobbiamo sempre credere in chi siamo
E non importa nient'altro
Non mi sono mai aperto in questo modo
La vita è nostra, la viviamo a modo nostro
non è solo per dire tutte queste parole
E non importa nient'altro
Fidati, io cerco e trovo in te
Ogni giorno per noi è qualcosa di nuovo
Mente aperta per un modo diverso di vedere le cose
E non importa nient'altro
Non mi è mai importato di quello che fanno
Non mi è mai importato di quello che sanno
ma io so
Così vicino, non importa fino a dove
non potrebbe essere molto più lontano dal cuore
dobbiamo sempre credere in chi siamo
E non importa nient'altro
Non mi è mai importato di quello che fanno
Non mi è mai importato di quello che sanno
ma io so
Non mi sono mai aperto in questo modo
La vita è nostra, la viviamo a modo nostro
non è solo per dire tutte queste parole
E non importa nient'altro
Fidati, io cerco e trovo in te
Ogni giorno per noi è qualcosa di nuovo
Mente aperta per un modo diverso di vedere le cose
E non importa nient'altro
Non mi è mai importato di quello che dicono
Non mi è mai importato dei giochi che fanno
Non mi è mai importato di quello che fanno
Non mi è mai importato di quello che sanno
ed io so
Così vicino, non importa fino a dove
non potrebbe essere molto più lontano dal cuore
dobbiamo sempre credere in chi siamo
no, non importa nient'altro
Nient'altro che musica e parole questo post.
Occorre solo acoltare
Di ogni respiro
Stanca di leggere solo malesseri, malumori, dispiaceri, dolori, disgrazie.
Non riesco a leggere praticamente nessuno, tra blog e faccialibro, che racconti uno spaccato di momenti belli.
Ho voglia di essere distesa su un prato di girasoli
Osservare il vento leggero che spazzola un cielo azzurro
Voglia di fotografare colori.
Poi la fine. Il ragazzo timido dal viso pieno di efelidi e occhiali tondi, decise di scappare via dalla città.
Io che sono quella che deve avere sotto controllo tutto, erano quelli i momenti che l'unico e vero Padrone era il dolore che cercavo di provare.
Due piani
Una terrazza che lo circonda
Piante ovunque.
Maestose. Altre piccole.
Margherite. Tante.
Volto lo sguardo accecata dal sole, alla mia sinistra pieno di rose canine.
La porta è in noce.
Pesante.
Qualcosa stona ai miei occhi.
Grate alle finestre.
Ovunque. Pieno.
Salgo i gradini che una vola erano bianco splendente.
Un raggio entra prima dei miei passi nell'androne
Che strano..fuori una luce accecante contrasta con il buio assoluto della stanza
Polvere alzata dai miei passi
Gli occhi inizialmente sforzati dal buio, ora si muovono nella stanza,come se fosse illuminata da mille luci
Odore di disperazione
Odore di malattia
Odore di morte
Odore così forte che impregna la pelle, i vestiti.
Cammino come se fossi vissuta in questa casa, da sempre
I miei passi vanno sicuri.
Mille emozioni stanno entrando in me.
Sento persone che cercano di passarmi il loro vissuto
La loro disperazione
La loro paura.
Chiudo gli occhi sovrastata da tanto dolore
Lacrime scivolano mentre vengo avvolta da carezze di gelo.
Nei capelli
Sulle braccia
Sulla schiena
Mi abbracciano per passarmi parte di loro
Il sole fuori ritira i suoi raggi piano piano, lasciando spazio ad una leggera penombra
Lei mi chiede di entrare in quella stanza
Per l'ultima volta.
Una porta socchiusa.
Un raggio di luce sbatte violentemente su un qualcosa di metallico
Mi avvicino.
Entro
Sento qualcosa che mi stringe la gola.
La paura.
Non la mia.
La sua
Una camicia di forza è ancora legata per un braccio alla rete di ferro.
Calpestata
Violentata
Usata
Sporca nell'anima prima che nel corpo e in quella maledetta camicia di forza
Sento i suoi urli nella mia bocca
Sento il suo dolore nella mia carne
Sento il suo pianto nella mia testa
Sento la sua morte nel mio cuore
Socchiudo la porta trascinando i miei passi
Lei è rimasta li.
A piangere il suo passato.
Continuo a muovermi nonostante qualcosa cerchi di bloccare le mie gambe
Nonostante qualcosa cerchi disperatamente di non farmi avanzare.
Il mio subconscio
La mia paura
Non so.
Scendo al buio di una torcia le scale
Fili d'argento appesi ovunque
Ragni hanno fatto la loro casa nell'arco degli anni
Un gelo mi attraversa il corpo
Violento
Manca il respiro
Un urlo violento di uomo rimbomba nella mia testa
Chiudo gli occhi
Ferma immobile a metà scala
Non vorrei scendere
Ma lui ne ha bisogno.
Anche lui deve far pace con se stesso
E' arrabbiato
E' addolorato
E' urlante
E' morto per colpe non sue
Una luce filtra da una stanzetta alla fine delle scale
Odore violento fa salire conati di vomito
Non voglio entrare
Non vorrei entrare
Non posso non farlo
Passi lasciano orme su polvere bianca
Li guardo
Mi volto indietro attratta dall'unica cosa che è entrata qui dentro da anni
I miei passi
Apro delicatamente la porta
La luce che filtra mi illumina una stanza piccola
Pareti che una volta erano bianche
Tanti, troppi anni fa
Non mi chiedo cosa sono quelle macchie per terra
Non ne ho bisogno
Sento le gambe che mi portano al centro della stanza
D'un tratto lo sento
L'urlo mi lacera i timpani
Mi piego per il dolore
Mi piego per la disperazione
Mi copro le orecchie sperando di non sentire più il suo urlo
Ma è troppo violento
Alzo gli occhi
Un gancio di ferro trattiene un braccio di stoffa logorata dagli anni
Un altra camicia di forza
Strappata da denti di lame con un gesto violento
Un tonfo pesante sul pavimento
Proprio dove sono accovacciata
Qui sei caduto quando hanno tagliato la stoffa
Qui è finito il tuo dolore
Qui è finita la tua disperazione
Qui è finita la tua vita
Passata troppo tempo in un posto lontano dalla vita
Salgo le scale lentamente
Mentre i tuoi urli diventano pianto
Mentre il tuo pianto diventa lacrima nell'anima
Nel cuore
Tramite
Solo un tramite per lenire dolori che impregnano questi muri
Queste pareti che una volta erano candide
Queste stanze che non hanno mai visto una carezza
Queste porte che non hanno mai visto un amore varcarlo
La porta di noce pesante si chiude alle mie spalle
Nella penombra pesante, la luna butta un raggio sulla porta
"Padiglione Psichiatrie Criminali"
Molte voci restano ancora in attesa di pace
Un posto in più dove Noi ci siamo persi l'uno nell'altro
Per farti assaporare ogni attimo
Una riunione di condominio diventa l'arena dove manca che si arrivi con il bazooka
Eppure arrivano con le frecce avvelenate ai massimi livelli
Resto stupita dal trovarmi davanti una persona che davvero credo abbia bisogno di aiuto
Una persona che credo davvero soffra di disturbi di personalità.
Perchè se è così, posso arrivare a capire e giustificare.
Ma se è solo malvagità, impulsività, odio, rabbia repressa...allora è davvero pazzesco
Il guaio è che poi ti porti dietro altre persone che sono la copia sputata del soggetto
E diventa un macello.
E vedi che una persona così "disturbata" riesce a tirarti fuori un lato che non è proprio "bello"
Perchè l'unica cosa che vorresti fare è solo alzarti, senza una parola e prenderla a testate
Ma non lo fai.
Perchè non è giusto
Perchè ti comprometti e rischi una denuncia
E allora litighi
E allora ti avveleni il sangue.
Come se ognuno non avesse già abbastanza casini nella vita di tutti i giorni
E pensi che non si può per una riunione di condominio arrivare a questo
E penso di vendere la mia casa
E penso che se provocata a questi livelli, non mi piace quello che esce di me
No
Proprio non mi piace